Questo Blog nasce, come credo molti blog, dalla necessità di
condividere un’esigenza di conoscenza.
Mi piacerebbe considerare questo blog: Dalla parte dei
Genitori.
Questi genitori stanchi, spauriti, alla ricerca di risposte,
desiderosi di essere dei bravi, saggi, simpatici, efficaci genitori.
Io sono una donna, una lavoratrice ed una mamma... una e trina ;)
Vorrei essere una donna che mi piace, una lavoratrice che
cresce ed una brava madre.
Mi sforzo per arrivare ad essere tutto questo, ma
sinceramente sono proprio molto, ma molto lontana….
Mi guardo intorno e vedo che ci sono tante attività, tante
scuole, tante accademie per una sana crescita dei bambini, ma niente per
imparare a diventare dei genitori migliori, nulla che mi insegni ad insegnare
ai miei figli per far sì che loro divengano degli uomini migliori. Si legge tutto il possibile sull'argomento per trovare la ricetta magica, ma i dubbi, le incertezze, i desideri si accavallano alla
ricerca di come affrontare al meglio le cose. Una volta si diceva che non si può imparare
a fare i genitori, invece io credo che un po’ di strumenti possano aiutare e soprattutto trovo sia molto utile conoscere le esperienze degli altri.
Io sono madre di tre figli: la prima di sette anni, il
secondo di cinque e l’ultimo di quasi due. Tutti completamente diversi,
soprattutto per carattere, e tutti con storie differenti.
La prima è nata con la polmonite, mi è stata portata via
dopo il primo abbraccio ed ha combattuto contro la strega cattiva, ossia la
morte, per quasi un mese, ma poi ha vinto Elena.
Il secondo è nato in Etiopia e purtroppo è stato lontano
dalla sua mamma ed il suo papà per 12 lunghi mesi, ma il primo
compleanno lo abbiamo trascorso insieme e da allora nessuno ci può più separare
dal nostro Leonardo tutto di cioccolata.
Il terzo ci ha dato un po’ di preoccupazioni prima di
nascere, perché sembrava avere lo stesso problema della prima, ma invece
Giorgio è nato sano e soprattutto terribile.
Mia madre diceva che una buona mamma sa essere differente
per ogni figlio.
Ed in effetti i miei tre sono talmente diversi che sarebbe
impossibile utilizzare le esperienze fatte con la prima per gli altri due.
Dopo aver raccontato un po’ di fatti miei, che probabilmente
racconterò ancora visto che per il momento ho avuto una vita piena di colpi di
scena, vorrei introdurre il primo tema di approfondimento: come raccontare la
nascita ai propri bambini senza discriminare quelli che hanno avuto una storia
differente.
Questo credo sia un post che interessi tutti: genitori di figli naturali, genitori di figli adottivi e chi, come me, ha la fortuna di essere ambedue.
In realtà credo che anche, o forse soprattutto, chi ha figli naturali debba insegnargli a non discriminare chi ha una storia differente.
Durante il percorso di adozione sentivo sempre dire 'figli di pancia' e 'figli di cuore'. C'era chi lo diceva presupponendo che i figli di cuore siano più desiderati dei figli di pancia e chi presupponeva che i figli di pancia siano i più fortunati. Io non ho potuto mai rendere un percorso più importante dell'altro, per me sono solo figli, ma allora come spiegargli la nascita?? Si può semplicemente raccontare!
A scuola dei miei figli è stato affrontato nell’ultimo anno
di asilo il momento della nascita. Essendo i maestri persone delicate ed attente hanno
chiesto alle mamme dei compagni di Leo di evitare documentazione pre nascita,
ossia ecografie e quant’altro.
Contemporaneamente però a questo percorso Leonardo ha
vissuto con me la gravidanza e, quindi, la nascita del suo piccolo fratellino …
il panico! Come spiegare ad un bambino di 4 anni la nascita differente tra lui
ed i fratelli e soprattutto la doppia mamma? E dove è la mamma africana?
Così ho deciso di inventare una storia.
Lo avevo già fatto per Elena, perché mi avevano detto che
il mese di lontananza, seppur distante dal ricordo, sarebbe potuto restare
dentro di lei … ma questo argomento, ossia quello dei bambini reduci dalla
terapia intensiva neonatale, lo tratteremo poi.
La storia che ho inventato ed ho raccontato con l’aiuto del
video (che purtroppo qui ha perso la qualità originale e la precisa sincronizzazione) a tutti i compagni di Leo, lo ha reso un eroe e ha tentato di mostrare
come è l’amore a fare la differenza, non la forma della nascita.
Ho fatto tutto questo in buona fede, ma sarà bastato? sarà sufficiente?
E poi ora che cresce, dopo la favola, come gli racconterò
che lui è stato lasciato per amore e non per egoismo? Sarò in grado di
farglielo capire?? Come??